
Inaugurazione della mostra a cura di Riccardo Cepach.
«Non si preoccupi di rodere i miei ossi: le rimarrebbero in gola e l’Italia perderebbe il suo migliore romanziere!». Così scrive il 17 marzo del 1927 Eugenio Montale a Italo Svevo invitandolo a tralasciare la lettura della sua poesia rispetto alla quale, del resto, Svevo aveva già protestato la sua incompetenza e una certa sordità. Fitta di giudizi meditati, di suggerimenti di lettura, di interazioni con altri letterati in Italia e all’estero – da Benco a Joyce, a Crémieux, a Larbaud fino a Enrico Pea, Carlo Linati e Giacomo Debenedetti – la corrispondenza fra i due è una lettura di grande interesse che si intreccia con lo sforzo editoriale e critico con cui Montale accompagna la diffusione dell’opera sveviana, in vita e in morte dell’autore.
La mostra, a ingresso libero, è allestita nello Spazio Forum di Museo LETS. Sarà visitabile fino al 2 marzo, da lunedì a domenica, dalle 10.00 alle 19.00 (chiuso il martedì).