James Joyce e Trieste
Quando, il 20 ottobre 1904, James Joyce arriva a Trieste da Dublino, è un giovane di 22 anni, sconosciuto al mondo, senza un soldo e in cerca di un posto di insegnante. Quando lascia per sempre la città ai primi di luglio del 1920 diretto nella capitale francese, è uno degli intellettuali di spicco della Parigi degli anni Venti. Tra queste “due vite” di Joyce, si collocano gli anni triestini dello scrittore.
A Trieste Joyce compone gran parte di Gente di Dublino, scrive per intero il Ritratto dell’artista da giovane, il dramma Esuli, il poemetto in prosa Giacomo Joyce, alcune poesie di Pomes Penyeach e gli articoli per “Il Piccolo della Sera”. E comincia a comporre Ulisse.
Se Dublino è protagonista assoluta del suo capolavoro, Trieste ne è l’incubatrice e la culla. L’influsso della città è fondamentale per la visione artistica e la maturazione dello scrittore. Ne sono figli i personaggi di Leopold e Molly Bloom, impastati di quell’ibridismo etnico, religioso, linguistico, culturale e fisico di cui Joyce fa esperienza e tesoro qui a Trieste, e che a Dublino fa dei coniugi Bloom degli outsiders, come il romanzo sovente sottolinea. A Trieste, Molly e Leopold, invece, sarebbero stati di casa. Come di casa, e a casa, furono James, Nora, Giorgio e Lucia Joyce.
Bacheche
James Joyce, A Portrait of the Artist as a Young Man, 2. ed., London, The Egoist Ltd., 1917
Cartoline
Lettera di Stanislaus Joyce a Italo Svevo
Cartolina
Lettera di Stanislaus Joyce a Italo Svevo, Trieste, 18 gennaio 1927 «Caro Signor Schmitz, […] Io sono convinto che non ci sia mai stata (...) APRI
“Il Poliglotta” della Berlitz School
Cartolina
“Il Poliglotta. Giornale mensile dedicato alle gentili Alunne ed egregi Alunni della Berlitz School”, anno I, n. 2, ottobre 1902, pagina 1 e 9. (...) APRI
«A portrait of the artist as an old man»
Cartolina
Cartolina di James Joyce a Italo Svevo, Galway, 26 luglio 1912. La cartolina illustrata, spedita dal villaggio ad ovest dell’Irlanda in cui è nata (...) APRI
Vita di James Joyce
And trieste, ah trieste ate I my liver!
James Joyce, Finnegans Wake