Oltre che dal commercio, diverse comunità sono richiamate a Trieste dalla tolleranza religiosa concessa da Maria Teresa.
Gli ebrei estendono le loro attività anche al di fuori del ghetto, i sudditi dell’Impero ottomano ottengono nel 1848 di aprire un cimitero islamico, i greci affacciano i loro magazzini intorno alla chiesa ortodossa di San Nicolò e i serbi intorno al tempio di San Spiridione, i funzionari tedeschi si raccolgono nella chiesa evangelica di Largo Panfili, mentre gli inglesi pregano nel tempio anglicano sul colle di San Vito.