La fiaba che ammaestra
A partire dalla pionieristica e coraggiosa traduzione de Le mille e una notte curata nel 1880 da Sir Richard Francis Burton, che appariva scandalosamente licenziosa ai contemporanei, Trieste conosce una vasta produzione e raccolta di repertori fiabistici. Anche in questo caso, la questione nazionale non e estranea e spesso ai libri per i bambini si affida il ruolo della formazione patriottica, secondo la classica interpretazione romantica tedesca.
Le fiabe che fanno parte della tradizione popolare vengono adattate ai contesti locali: Cenerentola a Trieste e in Istria diventa La Cuzazenere e, in lingua slovena, viene rinominata Pepelka. Ricco di allusioni alla cultura triestina e slovena e il racconto Martin Krpan di Fran Levstik che, dalla prima edizione del 1858, continua ad essere pubblicato con sempre nuove e originali illustrazioni.
Libri, Radio e Giornalini
Anche Scipio Slataper si cimenta nel genere e tra il 1909 e il 1911 pubblica alcune fiabe di gusto romantico fra cui Il petalo di rose e La veglia del mare. La produzione per ragazzi di Alberto Boccardi è aulica e moraleggiante; più fantastico e audace, Ugo Mioni tenta invano di rivaleggiare con Salgari. Diverse scrittrici – Haydée, Lucia Tranquilli, Pia Rimini e Eleonora Torossi – collaborano al “Giornalino della Domenica” e nel 1920, esce “Il Piccolo dei Piccoli”, terza pagina del sabato del “Piccolo della Sera”, che ha fra i suoi redattori Oreste Giovannini, pseudonimo di Baccio Ziliotto.
Ultimo direttore del “Piccolo dei Piccoli” è Mario Granbassi che in seguito intraprende l’avventura radiofonica di Mastro Remo. Questa trasmissione dà origine all’omonimo giornale illustrato per ragazzi (1934) stampato dall’ “Editoriale Libraria”. Il periodico è il primo esempio, nella storia del giornalismo triestino, di giornale illustrato per ragazzi. In seguito appaiono le opere di Lina Galli, Bice Polli e Ketty Daneo; mentre, alla fine degli anni ‘50, nasce la stella di Donatella Ziliotto scrittrice, traduttrice e critica, che dirige numerose e celebri collane editoriali e cura alcuni programmi RAI.
Trieste Illustrata
Fra le due guerre si apre un periodo d’oro per l’editoria triestina grazie anche all’attivita dell’Editoriale Libraria (oggi Edizioni EL) con le sue raffinate pubblicazioni illustrate, fra cui la fortunata Storia di Pik Badaluk (1922). Molto più tardi EL valorizza anche il talento di Nicoletta Costa, scoperta da Anita Pittoni che pubblica nella collana L’Armonica. Zibaldone degli scritti brevi i suoi disegni per La storia del pesciolino piccolo di Marino Todeschini (1966).
Olindo Missigoi e le sue vignette su Stanlio e Ollio, Le storie di Mammalucco di Lauro Lah Laghi, i disegni di Alice Zeriali (ospitati sul “Maestro Remo”), i fumetti di Mario Alberti e Lorenzo Pastrovicchio, le graphic novel di Walter Chendi e Paola Ramella, la trasposizione grafica di Necropoli di Pahor realizzata da Jurij Devetak e quella de Il richiamo di Alma di Mattioni disegnata da Vanna Vinci, le illustrazioni letterarie di Max Calo e Raimondo Pasin: l’intreccio fra parola scritta e tratto disegnato e strettissimo.
Altre storie, altri autori
Anche Fulvio Tomizza (Trick storia di un cane, 1975; La pulce in gabbia, 1979) e Stelio Mattioni (Anno 2077: un racconto di fantascienza, 1977) si cimentano con i racconti per ragazzi e Gianni Rodari ne Il libro degli errori (1964) dedica a Trieste e al suo vento La bora e il ragioniere, pubblicato separatamente nel 2020. La dedizione e la produttivita di autori specialmente orientati alla letteratura per ragazzi come Luciano Comida e Ugo Vicic sembrano smentire la proverbiale pigrizia dei triestini a cui Italo Calvino dedica il racconto La scienza della fiacca (Figo caschime in boca), inserito nella raccolta Fiabe italiane (1956).