Il rapporto complesso che il poeta Saba intrattiene con l’opera di Petrarca si semplifica nell’azione del libraio Saba che è fra i principali fornitori della Sezione Petrarchesca della Biblioteca Civica di Trieste, oggi parte del patrimonio del Museo petrarchesco piccolomineo. Giacomo Braun, direttore della biblioteca dal 1922 al 1941, acquista da Saba codici miniati e incunaboli, come lo zibaldone poetico con i Trionfi, trascritto e miniato da Felice Feliciano (1460 ca.), acquisito insieme al codice del De Africa di Petrarca per 1.500 lire. Nel 1937 Saba cede il quattrocentesco codice dei Trionfi, l’incunabolo miniato dei Salmi di Ludolph von Saxen che contiene i Salmi Penitenziali di Petrarca e l’edizione quattrocentesca dei Rerum memorandarum libri (I libri delle storie da ricordare). Saba confessa all’amico Aldo Fortuna che agli inizi della sua attività di libraio sapeva ben poco di storia del libro e dell’editoria e che non aveva quasi sentito il nome del celebre stampatore veneziano Aldo Manuzio, uno dei padri dell’arte tipografica. Ma impara presto e manda l’amico fiorentino a cercare libri antichi presso gli studi e le botteghe di Tammaro De Marinis, Ferrante Gonnelli e Oreste Gozzini. Il 2 giugno 1920 confessa di avere il batticuore per i bei libri che attende da Firenze: «poco mi manca oramai per diventare io stesso un bibliofilo».