In Appennino con Dino Campana e Scipio Slataper. incontro con Emiliano Cribari

Giovedì 6 novembre, ore 17:30

Ti volti a contemplare? Sei già stanco che ti metti a fare il poeta, caro amico mio? […] agguanta coi denti la lingua che vorrebbe imprecare, e cammina. E se la neve intenerita dal sole cala sotto il tuo piede, in modo che tu potresti adagiarti dolcemente su essa, e riposare, non cedere alla soffice bontà, non poggiar lieve gli scarponi: batti, affondati, tirati fuori e avanti lassù. E lassù – non sai dove, perché forse tu non cammini verso la cima reale, delle carte geografiche – e il tuo lassù è grave di nebbia, forse.

Scipio Slataper, Il mio Carso

Camminò quasi per tutta la vita, il poeta Dino Campana. Dalla Romagna alla Toscana, fino alla Francia, alla Svizzera, all’Argentina. Ma c’è un luogo – l’Appennino tosco-romagnolo – che più di ogni altro racconta alcune fra le pagine migliori dei suoi Canti Orfici.

Il “cercatore di luoghi perduti” Emiliano Cribari, compiendo le sue ricerche “passo passo” per comporre il volume Sull’Appennino di Dino Campana. Fotografie e impressioni di viaggio (emuse, 2024), un libro «camminato più che scritto, [dove] trovano posto poesie, riflessioni, testimonianze, disegni, fotografie, nel tentativo di suggerire i sentieri appenninici “di casa” che Campana può avere percorso tra il 1910 e il 1917 ma anche di costruire una mappa immateriale, poetica e spirituale, che possa essere percorsa in ogni luogo e in ogni tempo, con l’anima e l’immaginazione», ha finito per incrociare le impronte di un altro grande camminatore, quelle del triestino Scipio Slataper, di cui a breve – il 3 dicembre – Museo LETS ricorderà i 110 anni della morte.

«All’inizio del secolo scorso, nello stesso periodo in cui Campana trovava riparo sui monti di Campigno e nei boschi di Cignato Gamberaldi e Orticaia, Slataper, da poco a Firenze per ragioni di studio, un giorno di febbraio sfugge alla noia cittadina compiendo una mitica ascesa sul monte Secchieta imbiancato di neve».

Per questi sentieri «riascoltando il colore scrosciante delle parole con cui Slataper, ne Il mio Carso racconta il fatale incontro fra la sua anima in burrasca e la maestosità dei boschi vallombrosani», per questi boschi intrisi delle parole di Dino Campana ci condurrà il poeta camminatore e fotografo Emiliano Cribari giovedì 6 novembre alle ore 17.30 dialogando con Riccardo Cepach, responsabile di Museo LETS.

L’incontro è ad ingresso libero fino ad esaurimento dei posti.

Emiliano Cribari (Firenze 1977) è Guida Ambientale Escursionistica ed ideatore de Il Cammino 23, realtà con cui ha dato vita al suo progetto delle camminate letterarie. Ha pubblicato La cura degli istanti (Transeuropa 2019), La vita minima (AnimaMundi 2020), Errante (AnimaMundi/emuse 2022), Mar d’Appennino (Edizioni dei Cammini 2022), Il valore dell’aria (EC 2022), I diari del libraio errante (EC 2023), Cronache dalle rovine (peQuod 2023), La cura della pioggia (Ediciclo 2023), Diari casagliesi (EC 2024), Autoritratto della nostalgia (Seipersei 2025), Soltanto d’estate (Bottega Errante 2025). Ha inoltre curato il riadattamento in lingua italiana della raccolta di poesie La saggezza del condannato a morte e altre poesie di Mahmud Darwish (emuse 2022). Pubblica i suoi reportage fotografici nel sito www.emilianocribari.it

Museo LETS – Letteratura Trieste

piazza Hortis 4

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