Enrico Terrinoni dialoga con Alessandro Mezzena Lona e Riccardo Cepach e presenta la sua prima opera da narratore (A Beaufitul Nothing, Edizioni Atlantide, 2024 ) assieme al suo ultimo saggio La letteratura come materia oscura (Treccani, 2024).
A Beaufitul Nothing è un romanzo ambientato a Roma che vede alcuni ricercatori (un vecchio professore e i suoi giovani allievi) seguire percorsi che conducano alla ricostruzione del periodo romano di James Joyce, 7 mesi e 7 sette giorni trascorsi dall’irlandese nella capitale tra il 1906 e il 1907. La loro ricerca intreccia motivi ed echi letterari dell’opera di Joyce, sovrapponendo così vita e letteratura, nel tentativo di gettare luce su alcuni misteri che lo coinvolgono. La ricerca è guidata dalla consapevolezza che per Joyce, come per Giordano Bruno, suo mentore, il tutto e il nulla coincidono, e così altri contrari (la luce e l’ombra, il giorno e la notte). È quindi una indagine di impronta filosofica sulla letteratura come scoperta, disvelamento e ri-velazione.
La letteratura come materia oscura parte dall’assunto che alla base dell’impulso letterario, come anche della scienza, vi è quello che Einstein chiamava “il misterioso”. Nel libro il concetto viene affermato a partire dalla metafora della “materia oscura”, ossia gran parte della materia che compone l’universo, e di cui non conosciamo l’essenza non potendola misurare. La materia oscura è un’ipotesi cosmologica che spiega fenomeni importanti, tra cui il distanziamento tra le galassie. Eppure, non siamo in grado di vederla, percepirla, individuarla. Allo stesso modo, la materia oscura del letterario riguarda il brodo primordiale dell’arte, un insieme di inconoscibilità, un’ipotesi che non possiamo misurare ma di cui percepiamo gli effetti. Il libro si snoda attraverso l’utilizzo metaforico di alcuni principi della quantistica (indeterminazione, entanglement, relazionalità), nel tentativo di indagare le radici del mistero letterario e poterle connettere ai suoi esiti.
Enrico Terrinoni è professore distaccato presso l’Accademia Nazionale dei Lincei (Centro Interdisciplinare Beniamino Segre) e Professore ordinario di Letteratura inglese all’Università per Stranieri di Perugia. Ha tradotto opere di Joyce, Wilde, Orwell, Lee Masters, Shaw, Hawchorne, Melville, Alasdais Gray, Bobby Sands e altri. La sua edizione annotata e bilingue dell’Ulisse di Joyce (Bompiani 2021) ha vinto il Premio Internazionale Capalbio per la traduzione e la traduzione annotata, condotta con Fabio Pedone, dei volumi finali del Finnegans Wake di Joyce (Mondadori 2017- 2019) ha vinto il Premio Annibal Caro.
È autore di Occult Joyer. The Hidden in Ulysses (2008), James Joyce e la fine del romanzo (2015), Oltre abita il silenzio, Tradurre la letteratura (2019), Chi ha paura dei classici? (2020) e di Su tutti i vivi e i morti. Joyce a Roma (2022). Nel 2023 ha pubblicato per Bompiani La vita dell’altro. Joyce, Su tutti i vivi: un’amicizia geniale.