"I bruti di Val Rosandra"

di Spiro Dalla Porta Xydias

Presentazione

Parte prima

I. Primo contatto

II. San Cassiano

III. I Bruti di Val Rosandra

IV. Spigolo Sud-Est della Creta Canzaria

V. Lavaredo

VI. Parentesi

VII. Incontro con Emilio Comici

VIII. Invernale agli strapiombi N. del Campanile di Val Montanaia

IX. La fine dei Bruti

Parte seconda

I. Catinaccio

II. Il torrente

III. Non sono tornati

IV. Spigolo d’Eje

V. Daniela

VI. L’Uomo e la Montagna

VII. Un compagno

Parte terza

I. Canto Alpino

II. Ritorno

III. L’Ombra dei Bruti

IV. Le Tre Sorelle

V. Cima Dieci

VI. La leggenda di Ezio

No, la montagna non ce l’ha nel sangue. Piuttosto c’è di mezzo una bionda, la sorella di un amico rocciatore: una storia che finisce sul nascere, mentre l’amicizia resta. È il luglio del 1942, Spiro ha 25 anni e l’amico Alberto se lo porta dietro, nel covo dei rocciatori triestini – la ganga dei Bruti, in rifugio Premuda in Val Rosandra – e poi in parete.
È la scoperta di un talento innato, la scintilla della passione per l’alpinismo, del legame cameratesco coi Bruti e sentimentale con la Valle del torrente Rosandra. Una biografia collettiva, un diario di arrampicate memorabili: «ansia, impazienza, piani, discussioni tecniche […] Noi, io , tu, il gruppo. La montagna. […] Ho saputo amare la montagna perché arrampicando, anche nei momenti più difficili, ho capito che questo innalzarmi era la cosa migliore della mia vita umana.»

1917-2017 // Drammaturgo e scrittore di montagna. Nato a Losanna, morto a Trieste

I Bruti di Val Rosandra / Spiro Dalla Porta Xydias
Bologna, Cappelli, 1952.

Condividi