Il gruppo di lettura In prima persona, per il suo primo appuntamento di marzo, ha scelto di leggere “L’università di Rebibbia” di Goliarda Sapienza. L’incontro di discussione si terra in Spazio Forum LETS (Piazza Hortis 4 Trieste) lunedì 3 marzo 2025 alle 18.
L‘incontro è aperto a tutti, anche a chi non ha letto il libro e a chi vuole solo ascoltare.
Per partecipare basta venire in Spazio Forum di Museo LETS.
Le biblioteche del Comune di Trieste mettono a disposizione per il prestito alcune copie del libro presso l’Emeroteca Tomizza (Piazza Hortis 4, aperta tutti i giorni feriali dalle 9 alle 20, la domenica dalle 10 alle 19). Altre copie sono disponibili nella piattaforma per il prestito digitale MLOL.
Per chi invece vuole acquistare il libro, “L’Università di Rebibbia” è disponibile nell’edizione Einaudi a cura di Angela Pellegrino. Si può leggere anche nella raccolta dei suoi scritti autobiografici “Autobiografia delle Contraddizioni” pubblicato sempre da Einaudi.
Goliarda Sapienza (1924-1996) attrice e scrittrice, è ricordata per la sua personalità poliedrica e complessa, e per il grande successo del suo romanzo, pubblicato postumo, “L’arte della gioia”.
Proprio per scrivere e poi cercare di pubblicare questo romanzo Goliarda si ridusse in assoluta povertà e trascorse anche due mesi in carcere per un furto di gioielli a casa di un’amica. «L’ho fatto per rabbia, per provocazione. Lei era molto ricca, io diventavo sempre più povera. Più diventavo povera più le davo fastidio. Magari mi invitava nei ristoranti più cari, ma mi rifiutava le centomila lire che mi servivano per il mio libro. Le ho rubato i gioielli anche per metterla alla prova, ma ero sicura che mi avrebbe denunciato». Quando Goliarda Sapienza fu rinchiusa a Rebibbia nell’ottobre del 1980, attorno alla sua vicenda si sviluppò un dibattito su quotidiani, riviste e in presentazioni pubbliche fino al 1983, quando viene pubblicato l’”Università di Rebibbia”da Rizzoli, che ebbe una notevole fortuna critica.
Tra i dialoghi più interessanti dell’epoca si ha quello con la giornalista Marina Maresca, che condivideva con lei la prova di un’incarcerazione; su «Amica» dell’8 marzo 1983 le chiedeva: «che cosa hai imparato in questa specie di scuola?» e Sapienza rispondeva: «non esagero se dico che il carcere mi ha salvata. Stavo finendo per vivere fuori dal mondo, precipitavo in un mare di astrazioni. Perfino il mio linguaggio era diventato troppo raffinato, ci mancava poco che mi riducessi a scrivere solo leziose poesiole. A Rebibbia ho avuto una salutare “lavata” di testa e di linguaggio».
Immagine: Goliarda Sapienza in «Quotidiano Donna», 22 febbraio 1981