Joyce & Svevo

Italo Svevo con il suocero, i cognati Oberti di Valnera e Bliznakoff e altri quattro amici sul campo di bocce della villa Veneziani. > Museo Svevo – Fondo fotografico

1907

Scrittori negletti

Quando Svevo e Joyce si incontrano nel 1907, non sono delle celebrità. Il primo, a 45 anni, non scrive più dopo il flop di Senilità, fa l’industriale e ha bisogno di lezioni di inglese; il secondo ha 25 anni, insegna inglese, sta per pubblicare il suo primo libro Musica da camera, è da anni in lotta con l’editore di Gente di Dublino e ha sospeso la stesura del Ritratto. Malgrado il gap di classe e età, Svevo trova in Joyce un maestro e un interlocutore ideale, Joyce in Svevo un intellettuale arguto che gli ispira sincera ammirazione. Si offrono le loro opere in lettura: Joyce è entusiasta di Senilità, Svevo incantato da ‘I morti’, che chiude Gente di Dublino e che l’irlandese legge a lui e alla moglie il 20 settembre1907. Livia, emozionata, coglie una rosa dal giardino e gliene fa omaggio.

Italo Svevo a Montecatini nel 1913 (part.) > Museo Svevo – Fondo fotografico
Italo Svevo a Montecatini nel 1913 (part.) > Museo Svevo – Fondo fotografico
James Joyce a Zurigo nel 1915 > Buffalo University (NY) - James Joyce Collection
James Joyce a Zurigo nel 1915 > Buffalo University (NY) - James Joyce Collection

1924
1931

Amici, mogli, prefazioni

Ormai celebre, a Parigi Joyce si prodiga per far ottenere a Svevo il meritato riconoscimento, attivandosi con critici come Larbaud e Crémieux, poi estimatori di Svevo e artefici del suo successo in Francia. Nonostante la stima e la scherzosa intimità tra i due, quando, dopo la morte del marito, Livia Veneziani Schmitz chiede a Joyce di scrivere la prefazione per l’edizione inglese di Senilità (il titolo As a Man Grows Older è idea di Joyce) egli rifiuta. In alcune lettere a Stanislaus, traspare irritazione non tanto per Svevo quanto per la signora Schmitz, che insiste e si rivolge anche agli amici parigini di Joyce. Questi lamenta di non esser mai stato accolto in Villa Veneziani altro che come un dipendente e afferma che la signora Schmitz diventava presbite ogni volta che incrociava Nora per strada. La prefazione, alla fine, viene scritta da Stanislaus.

Sotto: Biglietti di auguri di James Joyce a Italo Svevo e famiglia, fra il 1924 e il 1931. Scrive Svevo in una delle sue pagine dedicata all’amico: «Da quel buon inglese che non vorrebbe essere è anche capace d’inviare un biglietto per capo d’anno, uno sforzo che vale a fargli perdonare le sue enormi negligenze accumulate nei 365 giorni passati e quelle che s’accumuleranno nei 365 che con quel giorno s’iniziano» > Museo Svevo – Epistolario
Frontespizio della prima edizione di Musica da camera, la prima raccolta di poesie di Joyce pubblicata dall'editore londinese Elkin Mathews nel 1907, quando Joyce vive a Trieste > coll. MJ – Fondo fotografico
Frontespizio della prima edizione di Musica da camera, la prima raccolta di poesie di Joyce pubblicata dall'editore londinese Elkin Mathews nel 1907, quando Joyce vive a Trieste > coll. MJ – Fondo fotografico
Sotto: Foto di gruppo alla cena in onore della pubblicazione dell’edizione francese di Ulisse, il 27 giugno 1929. Fra i presenti, alla sinistra di Joyce, subito dopo Paul Valery, l’anziano Eduard Dujardin, l’altro autore su cui, secondo le parole di Svevo, Joyce avrebbe operato il «miracolo di Lazzaro». > Buffalo University (NY) – James Joyce Collection

Foto di gruppo alla cena in onore della pubblicazione dell’edizione francese di Ulisse, il 27 giugno 1929. Fra i presenti, alla sinistra di Joyce, subito dopo Paul Valery, l’anziano Eduard Dujardin, l’altro autore su cui, secondo le parole di Svevo, Joyce avrebbe operato il «miracolo di Lazzaro». > Buffalo University (NY) – James Joyce Collection

Crediti e debiti

Italo Svevo è uno dei modelli principali di ispirazione per Leopold Bloom nell’Ulisse. Entrambi sono ebrei di origine ungherese, convertiti al cattolicesimo “per amore”, di carnagione olivastra, con un’unica figlia, un cognome (o pseudonimo) tradotto da una lingua all’altra, dotati di umanità e umorismo che, come dice Saba parlando di Svevo «è l’estrema forma della bontà».

Svevo è fonte di infinite informazioni per Joyce sull’ebraismo e le tradizioni ebraiche. Nella sua conferenza del 1955 The Meeting of Joyce and Svevo, Stannie narra che, durante una lezione in Villa Veneziani, Svevo gli disse: «Mi dica qualcosa degli irlandesi, qualcosa di intimo, che non si sa già. Lo sa, suo fratello mi ha fatto talmente tante domande sugli ebrei che voglio pareggiare i conti con lui».

Uno schizzo del 1926 in cui James Joyce raffigura Leopold Bloom. La frase in caratteri greci riproduce il celeberrimo incipit dell'odissea omerica: «Ἄνδρα μοι ἔννεπε, Μοῦσα, πολύτροπον, ὃς μάλα πολλὰ πλάγχθη, Cantami, o musa, dell'eroe dal multiforme ingegno, che tanto vagò»
Uno schizzo del 1926 in cui James Joyce raffigura Leopold Bloom. La frase in caratteri greci riproduce il celeberrimo incipit dell'odissea omerica: «Ἄνδρα μοι ἔννεπε, Μοῦσα, πολύτροπον, ὃς μάλα πολλὰ πλάγχθη, Cantami, o musa, dell'eroe dal multiforme ingegno, che tanto vagò»
James Joyce a Parigi con Philippe Soupault nel 1930 circa > Buffalo University (NY) James Joyce Collection

1921

«Il mercante di gerundii»

Il 5 gennaio 1921 da Parigi Joyce invia una divertente lettera a Svevo in cui chiede di portargli alcuni appunti che ha lasciato a Trieste e che gli servono per completare l’episodio ‘Circe’ dell’Ulisse. Il testo è scritto in un misto di italiano e di triestino e testimonia non solo lo straordinario talento linguistico di Joyce, ma anche l’amicizia tra i due. Svevo renderà omaggio a Joyce in una conferenza tenuta nel 1927 presso la sede della rivista “Il Convegno”, in cui propone un’interessante lettura di Ulisse e mostra comprensione per la travagliata esistenza del suo insegnante di un tempo, il suo «mercante di gerundii».

Ritratto di Ezra Pound > coll. Olga Rudge Papers. Yale Collection of American Literature, Beinecke Rare Book and Manuscript Library
Ritratto di Ezra Pound > coll. Olga Rudge Papers. Yale Collection of American Literature, Beinecke Rare Book and Manuscript Library
La lettera che manda a Svevo nel 1927 per ringraziarlo dell'invio del romanzo (verosimilmente La coscienza di Zeno) e ricordare «le parecchie volte quando il Joyce mi ha parlato dell'opera sua» > Museo Svevo – Epistolario
La lettera che manda a Svevo nel 1927 per ringraziarlo dell'invio del romanzo (verosimilmente La coscienza di Zeno) e ricordare «le parecchie volte quando il Joyce mi ha parlato dell'opera sua» > Museo Svevo – Epistolario
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