Vita di Italo Svevo

Segnitz am main nel 1880 circa, quando Svevo e i suoi fratelli studiano al Brüsselsches Institut, visibile sulla sinistra > MS – Fondo fotografico

1861
1874

Un'infanzia felicissima

Così Svevo definisce i suoi primi anni nel Profilo autobiografico, un curioso resoconto della sua vita scritto in prima battuta da un amico, il giornalista Giulio Cesari, e poi rivisto da Svevo stesso.

Nasce a Trieste il 19 dicembre del 1861 in una casa nella zona commerciale, ma la famiglia si trasferisce presto all’Acquedotto (l’odierno viale XX settembre) la via dei cinema, dei teatri e dei caffè, dove il padre Francesco Schmitz, commerciante in vetrami, e la madre Allegra Moravia crescono gli otto fratelli Schmitz in un clima che ci viene descritto generalmente sereno anche da Elio, fratello minore di Ettore, suo primo ammiratore e biografo.

Elio, Ettore e Adolfo Schmitz nel 1868 > MS – Fondo fotografico
Elio, Ettore e Adolfo Schmitz nel 1868 > MS – Fondo fotografico
Il Profilo autobiografico uscì in un volumetto promozionale dell'editore Morreale assieme a uno scritto di Silvio Benco, Italo Svevo nella sua nobile vita, nel 1929 > MS – Biblioteca
Il Profilo autobiografico uscì in un volumetto promozionale dell'editore Morreale assieme a uno scritto di Silvio Benco, Italo Svevo nella sua nobile vita, nel 1929 > MS – Biblioteca
Arthur Schopenhauer nel 1859 ritratto da Johann Schafer. Fin da un’età ancora giovanile Schopenhauer diviene il filosofo di riferimento di Svevo > Biblioteca dell’Università di Francoforte

1874
1878

Gli venne l'idea di divenire uno scrittore​

Il Diario di Elio, oltre a ricostruire la vicenda famigliare, rappresenta un’insostituibile fonte di notizie sul periodo che i fratelli Schmitz trascorrono presso il collegio tecnico-commerciale di Segnitz, in Baviera, dove il giovane Svevo scopre la sua passione per il teatro, primo e mai dimenticato amore, e per la letteratura, contrassegnato dalla nota del fratello «gli venne l’idea di divenire uno scrittore». Il filtro della lingua e della cultura tedesca non solo indirizza le sue letture – Goethe, Schiller, Heine, Richter, Schopenhauer – ma dà un carattere alla sua personalità, integrato in seguito dagli apporti della letteratura italiana: nasce così la doppia anima di “Italo Svevo”.

Umberto Veruda e Italo Svevo nel 1890 > MS – Fondo fotografico
Umberto Veruda e Italo Svevo nel 1890 > MS – Fondo fotografico

Italo Svevo ritratto dall’amico Umberto Veruda, 1892 > MS – Fondo fotografico

1878
1893

Una bohème confortevole

Al rientro da Segnitz, a causa delle difficoltà finanziarie del padre, Svevo è costretto a impiegarsi presso la Banca Union. Nel tempo libero frequenta la Scuola Superiore di Commercio Revoltella, presso la quale in seguito sarà impiegato come insegnante, scrive i primi articoli per «L’indipendente», frequenta i circoli artistici e intellettuali della città e stringe amicizia con il pittore Umberto Veruda. Il lavoro di corrispondente con l’estero presso la banca diviene l’ambientazione del suo primo romanzo, Una vita, pubblicato a Trieste dall’editore Vram alla fine del 1892 (ma con impressa la data 1893).

un'illustrazione del cosiddetto Diario per la fidanzata, scritto da Svevo per la fidanzata Livia fra gennaio e marzo del 1896 > MS – Fondo Svevo
Un'illustrazione del cosiddetto Diario per la fidanzata, scritto da Svevo per la fidanzata Livia fra gennaio e marzo del 1896 > MS – Fondo Svevo
La prima pagina del cosiddetto Diario per la fidanzata, scritto da Svevo per la fidanzata Livia fra gennaio e marzo del 1896

1893
1901

Una precoce Senilità

Il rapporto con Veruda è uno degli elementi su cui si basa il secondo romanzo sveviano, Senilità, uscito nel 1898. Al centro della vicenda c’è la relazione del protagonista, il borghese Emilio Brentani, con una solare ragazza del popolo, Angiolina Zarri. La storia d’amore e di gelosia è ispirata al rapporto di Svevo con tale Giuseppina Zergol, ma ricorda da vicino anche alcuni tratti del fidanzamento con la cugina Livia Veneziani, nipote di Peppi Moravia, fratello della madre di Svevo, Allegra. In seguito al matrimonio con Livia nel 1896, da cui nasce la figlia Letizia, Svevo entra nel colorificio della famiglia dove lavorerà per il resto della sua vita.

Livia Veneziani in un ritratto da studio realizzato a Marsiglia nel 1897; sul lato superiore della stampa Svevo ha vergato «21.1.97 ore 9 pom.», verosimile registrazione di una delle tante promesse di smettere di fumare > MS – Fondo fotografico
Livia Veneziani in un ritratto da studio realizzato a Marsiglia nel 1897; sul lato superiore della stampa Svevo ha vergato «21.1.97 ore 9 pom.», verosimile registrazione di una delle tante promesse di smettere di fumare > MS – Fondo fotografico
La famiglia Schmitz il 30 luglio 1900, giorno dell’anniversario di nozze di Livia e Ettore > MS – Fondo fotografico

1902
1918

Il mercante di vernici e il mercante di gerundii

L’insuccesso di Senilità, che replica il sostanziale silenzio che aveva accolto Una vita, e i nuovi impegni lavorativi portano Svevo a un progressivo allontanamento dalla pratica delle letteratura, «ridicola e dannosa cosa», ma comportano anche nuove esperienze. I continui viaggi di lavoro presso le sedi della ditta a Murano e soprattutto a Londra, gli offrono nuovi apporti culturali. A Trieste incontra lo scrittore esule James Joyce, insegnante di inglese, e quindi “mercante di gerundii”, secondo la definizione dello stesso Svevo, con il quale instaura un duraturo e proficuo rapporto che prosegue fino allo scoppio della guerra, quando l’irlandese si allontana per riparare a Zurigo.

Una cartolina di Ettore a Livia del 1901 > MS – Fondo Svevo e Fondo fotografico
Una cartolina di Ettore a Livia del 1901 > MS – Fondo Svevo e Fondo fotografico
Due lettere di Ettore a Livia su carta intestata del colorificio Veneziani, una del 1903 e una del 1907 > MS – Fondo Svevo
Fabbrica Veneziani nel distretto di Charlton > MS – Fondo Svevo e Fondo fotografico

1919
1925

Gli anni di Zeno

Durante il conflitto Svevo e la moglie rimangono da soli nella grande villa a gestire la fabbrica che le autorità austriache finiranno per chiudere. In questo periodo maturano i molti apporti che Svevo ha avuto negli anni precedenti, non ultimo quello della psicanalisi di Sigmund Freud, che per un periodo ha come paziente il cognato Bruno Veneziani. Dopo il passaggio di Trieste all’Italia, prende corpo La Coscienza di Zeno, pubblicata nel 1923, l’opera che, dopo un avvio dolorosamente stentato, è destinata a dare finalmente a Svevo il giusto riconoscimento dei suoi meriti artistici.

Italo Svevo ritratto con un sigaro in mano nel 1914 > MS – Fondo fotografico
Italo Svevo ritratto con un sigaro in mano nel 1914 > MS – Fondo fotografico
Ritratto di Sigmund Freud nel 1907 > Freud Museum – Wien

1926
1928

Gli anni di Svevo

È solo negli ultimi due anni della sua vita che, grazie al sostegno di personalità come Joyce che a Parigi lo mette in contatto con i più influenti critici francesi, e di Eugenio Montale che attraverso la mediazione di Bobi Bazlen si interessa dell’opera del triestino, il nome di Svevo emerge come quello di uno dei più rivoluzionari scrittori della sua epoca. Il successo, sancito da eventi celebrativi a Firenze e a Parigi, da una nuova edizione di Senilità e dalla pubblicazione di alcune novelle, illumina l’ultima parte della vita di Italo Svevo che muore il 13 settembre del 1928 per le conseguenze di un incidente stradale.

Numero monografico dedicato a Svevo de “Le Navire d'argent. Revue mensuelle de littérature et de culture générale”, Paris, La Maison des Amis des livres, A. 2., n. 1, 9 février 1926 > MS – Biblioteca
Numero monografico dedicato a Svevo de “Le Navire d'argent. Revue mensuelle de littérature et de culture générale”, Paris, La Maison des Amis des livres, A. 2., n. 1, 9 février 1926 > MS – Biblioteca
Ettore, Livia e il cognato Giuseppe Oberti a passeggio per le strade di Davos, in Svizzera, nel marzo 1928. La cartolina postale, ricavata dalla composizione di tre fotogrammi di un perduto filmato, è l’ultima immagine che abbiamo di Svevo > MS – Fondo fotografico
Ettore, Livia e il cognato Giuseppe Oberti a passeggio per le strade di Davos, in Svizzera, nel marzo 1928. La cartolina postale, ricavata dalla composizione di tre fotogrammi di un perduto filmato, è l’ultima immagine che abbiamo di Svevo > MS – Fondo fotografico
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