Uno scorcio di via di Riborgo negli anni Venti del Novecento.
1883
1906
Il piccolo Berto
Nasce il 9 marzo 1883 da Felicita Cohen, ebrea, e Ugo Poli, cristiano, figlio di «due razze in antica tenzone». Il padre abbandona la famiglia prima ancora della sua nascita. Fino ai tre anni il piccolo Berto viene allevato da una balia, Gioseffa (Peppa) Gabrovich Schobar, cattolica slovena. Vive poi con la madre, che descriverà perennemente astiosa e depressa, e la zia Regina, a cui deve la relativa agiatezza che, anni dopo, lasciata la scuola, gli permetterà di pubblicare le Poesie e di acquistare la libreria che ancora oggi porta il suo nome. Le sue prime liriche sono influenzate dall’ammirazione per D’Annunzio che incontra di persona nel 1906.
Sopra: Uno scorcio di via di Riborgo negli anni Venti del Novecento. Scrive di sé in Storia e cronistoria del Canzoniere: «Saba è un artista concreto: la sua poesia si lega volentieri a luoghi e a date» compreso il ghetto, luogo della fanciullezza cui tuttavia il poeta – che peraltro non conosce l’ebraico – sente di non appartenere del tutto.
1903
1911
Quello che resta da fare al poeta
Nel 1903 a Pisa, dove si è trasferito, patisce il primo serio attacco di «neurastenia» che non lo fa più «dormire, né pensare, né amare». Dopo un viaggio in Montenegro si ferma per due anni a Firenze e in uno dei periodici ritorni a Trieste incontra (Caro)Lina Wölfler, che sposa nel 1909.
Nel 1910 nascono la figlia Linuccia e la sua prima raccolta di Poesie, introdotta da Silvio Benco e firmata con un nuovo pseudonimo: Umberto Saba. Segue Coi miei occhi pubblicato a pagamento dalla “Voce”, che però, su parere di Slataper, rifiuta il saggio-manifesto Quello che resta da fare ai poeti che uscirà postumo, nel 1959, per lo “Zibaldone” di Anita Pittoni.
Giornalista, poeta, pittore, Giuseppe Amedeo Tedeschi (1881-1957) è amico intimo del giovane Saba che gli confida per la prima volta il proprio «male oscuro», la nevrastenia. Gli affida anche le prime poesie: tra queste Il borgo, pubblicata il 15 aprile 1905 sul “Lavoratore”, quotidiano triestino di cui Tedeschi è redattore
Umberto e Lina si incontrano nel 1904, complice Giorgio Fano. Si ritrovano tra il 1907 e il 1908, quando Lina abita in via Rossetti 28 (oggi 24). Saba, che conosce la via ma non il numero civico, vi passeggia sperando di incontrarla e lei gli appare alla finestra, intenta ad annaffiare i gerani. «[…] la via della gioia e dell’amore | è sempre Via Domenico Rossetti», Tre vie (1910-1912)
Sotto: Linuccia Saba. Figlia unica di Umberto e Lina, Linuccia ha con il padre, della cui opera sarà custode fedele e esegeta attenta, un rapporto complesso, sempre in bilico tra complicità e contrasti > coll. MSa – Archivio fotografico
Linuccia Saba. > coll. MSa – Archivio fotografico
L'antro oscuro del canzoniere
1912
1921
La drammatica crisi coniugale raccontata nei Nuovi versi alla Lina (1912) porta i Saba a Bologna e poi a Milano dove li coglie la guerra. Saba è richiamato dall’esercito italiano e destinato a compiti di retrovia. Alla fine del conflitto acquista la Libreria Antica e Moderna di Giuseppe Mayländer (1919) che in un primo momento gli appare un «nero antro funesto» e successivamente – divenuta Libreria Antiquaria Umberto Saba con il logo disegnato da Virgilio Giotti – sarà il suo orgoglio, il suo rifugio, la sua bottega d’artista e la casa editrice della sua poesia, a partire dalla prima edizione del Canzoniere che esce nel 1921.
Cartolina postale manoscritta a Aldo Fortuna
Cartolina
Cartolina postale manoscritta col vecchio timbro della Libreria Antiquaria[Trieste, 19 luglio 1921] Caro Aldo. – A sett.[embre] riceverai il mio Canzoniere (un Bodoni per (...) APRI
1922
1930
Gli anni della psicanalisi
Gli anni Venti sono per Saba fecondi e dominati dalla passione per la musica: escono Preludio e canzonette, Autobiografia, Figure e canti, Preludio e fughe. Nel 1928 la rivista “Solaria” gli dedica un numero come farà, un anno dopo, per lo scomparso Italo Svevo che Saba frequenta e ammira («un narratore nato») assieme a Debenedetti, Montale, Comisso e ad altri letterati, affermati o esordienti (Penna, Quarantotti Gambini). Scopre la psicanalisi: nel 1929 con Edoardo Weiss inizia la terapia che lo porta a scrivere i versi della raccolta Il piccolo Berto.
1931
1948
Vivere di prosa
Gli anni Trenta sono vissuti con paura e angoscia per l’antisemitismo montante che conduce alle leggi razziali, proclamate da Mussolini proprio a Trieste nel 1938. Saba è costretto a cedere fittiziamente la libreria al suo commesso, Carlo Cerne e, dopo l’8 settembre 1943, quando Trieste passa sotto il controllo del Reich, con l’aiuto di Carlo Levi e di Montale si rifugia a Firenze e a Roma.
Qui riceve la prima copia del nuovo Canzoniere stampato da Einaudi, fra mille difficoltà, nell’ottobre del 1945. Il poeta, insoddisfatto, inizia subito a correggere. Nel novembre ’45 si trasferisce a Milano e «vive di letteratura» scrivendo quelli che definisce «articoli alimentari», cioè destinati al sostentamento.
«Un paio di guanti ben fatti»
Cartolina
Anita Pittoni, cartamodello, 1946 ca.Nell’inverno del 1946 Anita Pittoni disegna e realizza a maglia un paio di guanti di lana, colorati di rosso e (...) APRI
1948
1957
Epigrafe
Da Milano, suo nuovo rifugio, Saba guarda con disperazione a Trieste: «diventerà – come la Palestina della malora – uno degli inferni del mondo», scrive alla figlia – e dalle colonne del “Corriere della sera” si candida in modo semiserio a Governatore del Territorio Libero di Trieste.
Il riconoscimento pubblico – che culmina nel conferimento della laurea honoris causa dell’Università La Sapienza – non basta a lenire la crescente sofferenza psichica del poeta che ricorre all’oppio e sempre più spesso si fa ricoverare in clinica. Da quella goriziana, in cui morirà il 25 agosto del 1957, esce per l’ultima volta nove mesi prima, per partecipare al funerale dell’amata moglie Lina.
Saba e la Biblioteca civica di Trieste
Cartolina
Umberto Saba, Della biblioteca civica ovvero della gloria, Milano, Henry Beyle, 2013Il breve frammento – qui pubblicato in una piccola edizione per bibliofili – (...) APRI