Trieste e le altre
Se Vienna rimane per secoli il punto di riferimento dei triestini per la musica, la pittura e le scienze, altre sono le città che stabiliscono un rapporto letterariamente fecondo con il porto adriatico.
Se Vienna rimane per secoli il punto di riferimento dei triestini per la musica, la pittura e le scienze, altre sono le città che stabiliscono un rapporto letterariamente fecondo con il porto adriatico.
Assieme alla lingua di origine, i gruppi etnici che convergono sul porto commerciale di Trieste all’epoca della sua espansione portano con sé le culture e le religioni tradizionali. La città diviene perciò multiconfessionale, come dimostrano i suoi luoghi di culto. La letteratura interagisce con le diverse fedi in un complesso gioco di curiosità, fascinazione, rigetto, affido, scetticismo, conferme e apostasie
Non c’è letteratura senza lettura. Quella del lettore comune, naturalmente, ma anche quella dei professionisti, professori universitari o critici dei giornali, che si sforzano di disegnare un ritratto in movimento di un fenomeno complesso.
«Un po’ complice, un po’ rivale: il traduttore è un vero coautore» (Claudio Magris). Una realtà plurilingue come quella triestina non può che riservare attenzione al tema delle traduzioni: autori tradotti in tutto il mondo, come Svevo, Magris, Bartol e Tamaro, grandi traduttori, ma anche grandi ritardi e incomprensioni fra le diverse anime della città.
Particolarmente varia, la storia della letteratura per ragazzi a Trieste si sviluppa nel confronto con la tradizione europea e nella ricerca di soluzioni originali, tra racconti edificanti e moraleggianti e sperimentazioni ricche di
fantasia e libertà
Trieste come luogo di partenza o di arrivo. Sguardi da fuori sulla città e sguardi dalla città verso l’Oriente – vicino come i Balcani o lontano come l’India – l’Occidente europeo, il Sud o il Nord – sì – fino ai Poli.
«Letteratura è una cosa che si vende e si compera» scrive Svevo. Ma a Trieste, città borghese votata al commercio, la letteratura è spesso merce di contrabbando spacciata sotto pseudonimo, vizio coltivato in clandestinità. A fare della letteratura un mestiere per guadagnarne anche in reputazione sono piuttosto scrittrici e giornaliste.
con il contributo di
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