Umberto Saba
Umberto Saba identifica totalmente la vita con la poesia. Nei suoi versi, l’idea che la letteratura sia un percorso di conoscenza e di rappresentazione di sé trova la più esemplare incarnazione. Il Canzoniere è lo specchio in cui Saba si scruta e si scopre. Un ritratto fatto di parole che il poeta realizza in vari momenti della vita, per fissarsi sulla carta: ogni lirica, un autoscatto e al contempo un incessante bisogno di aggiornare l’istantanea, aggiungendo o eliminando dettagli.
Scoperta la psicanalisi, Saba cambia l’obiettivo della sua sensibilissima fotocamera. Il ritratto muta ancora: dettagli prima secondari vengono posti in primo piano, altri sfumano nell’indistinto dello sfondo. Una poetica di puro rispecchiamento? Non proprio. La rappresentazione del sé sabiano è fatta di molti elementi: la sua città, la sua donna, i suoi affetti, le sue letture, il suo pensiero. Tutto entra nel quadro frammentato, mobilissimo e sonoro che ci è restituito dalla sua voce inconfondibile.
Bacheche
Cartoline
Saba e la Biblioteca civica di Trieste
Cartolina
Umberto Saba, Della biblioteca civica ovvero della gloria, Milano, Henry Beyle, 2013Il breve frammento – qui pubblicato in una piccola edizione per bibliofili – (...) APRI
«Se io fossi nominato governatore di Trieste»
Cartolina
Umberto Saba, Se io fossi nominato governatore di Trieste (Ci vorrebbe una sola legge severa: contro chi incita all’odio di razza), “Corriere della Sera”, (...) APRI
“Voi lo sapete, amici, ed io lo so.
Anche i versi somigliano alle bolle
di sapone; una sale e un’altra no.”
Credevo sia dolce sognare.
Ma il sogno è uno specchio, che intero
mi rende, che sa smascherare
l’intimo vero.
Umberto Saba, Il sogno